La prova che è arte è l’universalità e la versatilità: che si possa fruire e sia feconda in tutte le direzioni, che non muoia nel tempo e continui ad ispirare l’umanità. L’arte è di élite ed avanguardia solo di quanto prima o dopo o durante trascina dietro sè discepoli di verità e bellezza, deve avere un seguito tra i viventi. Può rimanere sola e triste e testimone profeta per il futuro solo in un cimitero, in un campo di sterminio, o nella tirannide. E’ compito di tutti non lasciarla sola. E’ la nostra speranza di rigenerazione. La nostra primavera. Ecco perché l’artista cerca sempre il rapporto con tutti, la racconta lunga a chiunque incontra e si illumina quando ha il tuo interesse. Si accende e diventa luce per tutti, specchiandosi in te. L’arte è rapporto e comunicazione per eccellenza e tanto più è profonda, tanto più è universale. Tanto più pure sono le intenzioni, più disinteressata è, più è vera, efficace, eterna come il fuoco del roveto ardente che non si spegneva mai. L’arte è al centro delle cose e dal centro arriva alle periferie più estreme. Per arrivare al centro ci vuole silenzio e ascolto e ti trovi nel cuore di tutti, nell’uno. E hai la prova che sei vivo e sei artista. Ognuno a modo suo nel campo che sceglie.
La pittura fonetica usa la parola che è di tutti, l’immagine che è di tutti, il corpo che è di tutti, cosa galleggia nel presente che è di tutti, (ma analogamente il passato e il futuro) il tempo, lo spazio, la scienza, la conoscenza, l’illuminazione, l’integrazione che può essere di tutti. Ed è di tutti perché l’universo è uno.
Alberto Sighele
conduce chi seduce
te lo dice il nome
salvaci!
sei Mosè
o il fanfarone?
lavarsi nella luce
quanto ti ho amato e quanto ti amerò è tutto nel presente
io sono il monte il bisonte tu il sole che tramonta
sappiamo Saviano il sole che siamo
se il braccio di bronzo del tiranno alzato al cielo cade in avanti e si pianta nella polvere
la verità già ci fa liberi
non sono solo di passaggio nel tuo paesaggio
rispondo io
alza la testa questa natura morta è viva
che il bene non si abbassi
esci dalle nuvole e sorridi sei tu il sole
figlio mio mio capriolo non sentirti mai solo
rimani dentro al centro di te stessa
flusso è tutto
non so se io abbia sulle la mia identità
la vita è dentro e oltre
non crederti Gengis Khan Erdogan sei solo fiol d’un can
è la zolla la molla dell’erba e anche l’anima viene a sciame
questa mattina ti siedo vicina
io sono la tempesta nel deserto amore …
il faut voir comme on doit boire