Siamo tutti figli di nostra madre la vita. Che ci avvolge in gusci concentrici. Ci contiene amorevolmente nel suo utero finchè non siamo maturi alla nascita. Nella stessa dimensione scopriamo è la terra nel sistema solare, nella galassia, nell’universo. Il nostro corpo è contenuto dalla pelle, i suoi organi sono avvolti in membrane, le sue cellule interne sono avvolte da tessuto che le contiene, le sue molecole, hanno gusci e così gli atomi e i loro componenti. C’è una costruzione a matriosca dentro di noi e attorno a noi. Una stanza, una casa, un quartiere, una città, una nazione. Un individuo, una famiglia, una tribù, un popolo, una razza, l’umanità. Un concetto, una parola, una sillaba, un suono, un fruscio. Un punto, una linea, una lettera, una calligrafia, un disegno, una immagine, una sensazione emotiva, un sospiro animale, un’anima. Tutto è utero e madre che presiede alla nascita. E tutto, ai vari livelli, scivola, si rinnova e rinasce. E la morte non esiste eppure è ovunque, è continua trasformazione e passaggio, uno scalino alla vita, una soglia di guscio. Così abbiamo un corpo fisico, emotivo, psichico, spirituale e se abbandoniamo un livello siamo nell’altro, che il primo assorbe e supera. Ed è la coscienza dove avvengono le trasformazioni, le interazioni, i passaggi di livello. La creazione di noi stessi è nelle nostre mani. Ne ha avuto sentore l’artista ed è inquieto finché non ti ha detto che può essere anche una tua conquista. Perché tu sei suo specchio e te lo dice con gli occhi, te lo sussurra all’orecchio… La pittura fonetica è sicura che sia così e, patetica, insiste.
La vita è una madre matriosca che sempre ti abbraccia, ha braccia, baci, e ti accoglie a curve, accondiscendenti, a tutti i livelli.
Alberto Sighele
nb le seguenti sono solo esempi di opere che potrebbero sostanziare il discorso sopra
dall’ano al sommo dei capelli la fiamma
la prima parola
ti ho dove cresce il cuore tu dici sono matto è come sono fatto sono pazzo di te, amore adesso vado ma sono sempre qui in attesa di un tuo sì molto prima molto sotto molto più profondo di quel che crede il mondo
entrare nel mare nel ventre alla vita
ossessivamente giro la manovella che ogni cosa è bella
cosa succede se è latte e miele?
centri concentrici e il sasso sono io
sento sul fianco quanto ti manco
noi siamo un uragano è nato da niente e in niente si risolve ma intanto dobbiamo riavvolgerlo piano
una collana di carezze crea certezze
avvolti da un vortice vivo
cosa farò da grande? e la mamma, una donna cosa diranno?
dobbiamo uscire di scatto dalla trincea di slancio all’attacco o ti spacca le costole e la spina dorsale lo sparo da dietro la schiena del tuo ufficiale
nell’utero della tua valle nelle pieghe alla pelle al paese
I’ll have to face you in the eyes
j’aime mon âme
e ogni tuo miagolìo mantello mio
emergi dal silenzio come una presenza antica
come vento nel cielo da dietro alle nuvole
e prima che io me lo dica io sono tuo
mamma mia
nudi nel nido