per Jano Sicura
io groviglio
mi piglio la responsabilità
di uscire dal quadro
a dirti
che la vita
è una linea
ma ha anche la dimensione
del cerbiatto
lo spazio dei quattro salti
per Angelo Barone
sa
il sangue
che lì
il tu
è tuo
il taglio
ti
aiuta
per Jano Lauretta
in un attimo soave
con mani da gigante
ti ho circumnavigato ogni curva
ottenuto la chiave
acceso l’arcobaleno dei tramonti
dall’uragano del mondo
smussato ogni spigolo
trovato nel vento
la carezza che ti amo
sul vulcano del tuo ombelico
dico ancora all’infinito
dal vulcano nell’uragano
nella mano del gigante
nella gola al vento
la parola che ti amo
la percezione inquietante
esce da ogni frattura
noi la lasciamo andare
poi la riportiamo dentro
e lì al centro
lasciamo che si sciolga
in languore
poi ringraziamo il cuore
e allora
pulsa il fiore
per Giovanni Garipoli
quando le macchie sono baci
e le sfumature carezze
puoi dipingere con le nuvole in cielo
con i fenomeni carsici dell’acqua
e con le ossa dei sentimenti
senti e ascolti
la colonna di legno
di gelso
fatto a fette
e ancora in piedi
così il frutto
è un bugnato di bulbi
ed è ancora dolcissimo
la foglia è un crogiuolo
di buchi dal baco da seta
ma è ancora verde
e allora l’anonima sofferenza
la scalpelliamo
in spirale che sale
e il gelso
è eccelso
la felicità rotola fuori dal cesto