Tu ti guardi attorno nel paesaggio per vedere se è paese tuo, se ti piace, o sei solo di passaggio. E poi ti accorgi che non è solo casa tua, è il tuo corpo. Vedi il sole e capisci che è un sorriso. Come una luna con la curva in giù che sale nel cielo la sua bocca che sorride da orecchio ad orecchio. E ti vedi negli altri come in uno specchio. Tu sorridi, loro sorridono. Tu piangi, e si stringe anche il loro cuore. Ma cos’ è questa cosa, una rosa, è un groviglio avviluppato di petali come i palpiti del mio cuore? Com’è che se dico amore, tutti mi capiscono? Ogni rapporto porta ad uno specchiarsi l’uno negli occhi dell’altro. Ma cos’altro è la vita se non questo specchiarsi, questo accettare che tutto è simmetrico. L’orecchio con l’orecchio. L’immagine altrui nel mio specchio. Ama il prossimo tuo come te stesso. Come la sinistra lava la destra e viceversa e medito in me con le mani conserte. E le braccia trovano unità nell’abbraccio. Le quattro labbra in un bacio. Simmetria, armonia, l’equilibrio che si riscopre nell’ uguaglianza. In cui ci si riscopre tutti uno. Ma se dall’uno al due mi metto a contare, e passando per il tre, supero io e te e arrivo al tre del figlio, ci sarà un quattro quadrato della solidità, una moltiplicazione all’otto, o dal tre al sei al nove? Quale è la geometria, in che progressione andiamo? Come cade la pioggia quando piove? E’ il cristallo dell’acqua nel fiocco di neve, la struttura dell’atomo, come quella di un fiore, di un qualsiasi vegetale, foglia contro foglia, lo scheletro di un animale a riportarmi alla simmetria della geometria, proprio geometrica riducibile a cifre matematica, lingua universale, ad emergere ai vari livelli e numeri, centri concentrici e gusci. Sette i chakra e sette i colori dell’arcobaleno, sette i vizi e le virtù cardinali, dieci le dita e dieci i comandamenti, dodici gli apostoli e le tribù di Israele? in quale Babele di cifre mi devo inoltrare per emergere nell’uno? Come dalla pittura fonetica delle parole sono arrivato all’uno, non è che ci sia una pittura matematica che mi riporti dalla Babele delle cifre all’unicità dell’unica a, la prima parola, l’amore? …
E l’energia? Cos’è la vita? Come si avvita? E’ spirale? Come sale? E’ vortice? Destrorso in un emisfero, sinistrorso nell’altro?(di nuovo e sempre simmetria) Il cuore ha l’avvitamento del vortice come la rotazione terrestre? E c’è un nesso tra il cuore ed il sorgere del sole? Non è che tutto sia un cerchio e dal cerchio la sfera, la cosa vera, e tutto abbia un centro e sia dentro e il raggio vada lì, il nostro viaggio porti al centro di me e l’universo? E l’accettarlo senza paura la via sicura?
Vita, amore, energia, armonia, luce tutte la stessa cosa? La luce è raggio e vibrazione tra gli opposti, spirito e materia, allo stesso tempo anima e corpo, tempo e eternità, direzione di luce in cui la mia coscienza, se vi si infila, è illuminazione? Mi ha attraversato il corpo dall’alto al basso, senza che io ci pensassi, quando sono nato, perché la vita è scesa in me, si è annidata sopra l’ano e da lì piano ha ripreso avvitandosi tra me e te a salire, chiedendo alla mia coscienza di passare, attraverso il corpo a spirale, il permesso, il suo consenso, l’assenso, il sì, il tirarmi sù dal tappo, in spinta cosciente fino a potersi riunire al tutto, non perdere niente ed essere, con te, nell’uno.
Non è che tutto il male venga per nuocere se la geometria ha una direzione, se il male è solo assenza di bene, e di una sintesi di senso. Questo è quello che penso. La pittura fonetica è quella vibrazione fra immagine e parola che mi ha fatto diventare saggio, mi ha messo a cavallo del suo raggio. E adesso vieni, se ci tieni alla felicità, che mai sarà tua, se non anche degli altri. Perché tu sei al centro, l’eternità, e alla periferia il tempo. E tutti siamo allineati sulla periferia a girare nel vortice di vita, ma mai arriveremo al centro se non nell’armonia, la simmetria, l’uguaglianza nell’uno. Dove se non vuoi essere nessuno devi essere tutti. Allora pensa per essere felice che tutti i centri di energia vitale in te dall’ano alla corona della testa, uno per uno hanno i colori dell’arcobaleno. Siamo figli della luce che ci conduce assieme all’uno. E non sarai mai sola, solo, e qui riprende a girare la ruota. Fidati della mia parola.
Alberto Sighele
nb le seguenti sono solo esempi di opere che potrebbero sostanziare il discorso sopra
si irradia al tuo ombelico la luce e va oltre
uno due tre uomo donna tutto
raggiungere il raggio
il sè è uscire da me entrare in te e trovarsi in tutti amore
1 il bene mio 2 le labbra tue 3 la spirale che sale
nel corpo mio che è tuo nel sè
la cosa più bella che c’è
la curva fondamentale è la curva dentro te che sale
chi cerca trova nel cesto interiore l’uovo
padre padrone potere padrino città femminile assediata
con un tuffo il ciuffo d’erba fa il solletico alla luna
la realtà è uno specchio del tuo io vede l’occhio tuo di dio
tu che hai trasformato il martirio in un delirio di gioia, l’inferno in paradiso, gli strumenti di tortura in organetto di musica, non è unica bravura la tua, è il destino di tutti
comunicare è avvitarsi
il destino è rotondo e sobbalzo rotola
il destino è rotondo e sobbalzo rotola
elezioni elica
vedi che la danza serve ad avvitarsi nella luce?… tenendoti il sorriso dentro?
natiche petali slancio al cuore
dalla casualità alla logica
il girasole è il sole