Pentecoste
(I)
Ubi grammatica universalis,
Deus tibi est.
Ma Satana separa, con terribili distici
uomini dagli uomini, lingua contro lingua
e la speranza dei mistici, di amanti e traduttori
è che possiamo riscoprirci tutti Logoi spermatikoi
nel frattempo, improbabili apostoli annunziano
una notizia nuova, senza paura o pigrizia
contro ogni distanza, contro ogni ingiustizia.
Teste calde, dice qualcuno,
come infuocate. O forse,
sono soltanto tutti imbriachi.
Veni Spiritus Creator
ut renoves faciem orbis terrarum.
(II)
Com’è possibile che questi
parlino tutti la nostra lingua?
Sono galilei, eppure
non sento un solo accento che li distingua
siamo parti, medi, elamiti,
abitanti della Mesopotamia
ma oggi non percepiamo più
l’esser stranieri come un’infamia;
veniamo dalla Frigia, dalla Cappadocia,
dal Ponto, e dalla Panfilia:
quale racconto faremo ai fratelli
di questa nuova meraviglia?
Simo egiziani e libici,
forse anche tunisini;
all’origine, la Parola ci accoglie
e noi non siamo più clandestini
siamo romani ed ebrei, arabi e cretesi,
ma siamo tutti egualmente sorpresi
di com’è possibile che questi
parlino tutti la nostra lingua.
Giacomo Paternò