lasciate che i bambini vengano a me, ad insegnarmi
La danza di stanza in stanza.
Ma cosa sono queste SETTE STANZE?
È la sesta inaugurazione questa di sabato 14 ottobre alle 18 presso la Casa della Pittura Fonetica in via Giovannini 13, nel quartiere nord, quasi a S. Ilario, a Rovereto, ed è il culmine di questa mostra annuale. Gli artisti ospiti questa volta sono i bambini della scuola materna di Roveré della Luna le cui opere sono state realizzate in un laboratorio animato da Gentile Polo, presidente della Kunst Grenzen -Arte di Frontiera, accompagnate, (le 11 opere collettive dei bambini,) da alcuni lavori dello stesso Gentile Polo. E’ evidente che gli artisti adulti sono in rincorsa, a ruota dei piccoli.
La quinta inaugurazione in settembre era stata per le sculture in ferro di Diego Zeni, conosciutissimo in zona, con una forza di metafora “da far fora tuti” ‘se dirìa en bon trentin’. Con lui: Rita Savino, poliedrica e potente, e Paola Gabrielli con i suoi ‘mandala’ sensuali, personali e universali che riprendono la impostazione dei sette principi fondamentali del corpo e dell’universo, alla base della mostra stessa.
La terza inaugurazione, del 7 maggio,
era stata per Margaret Nella, l’artista del tessuto, vissuto come una
carezza, e Claudio Cavalieri l’artista per cui ogni scheggia di legno
diventa, per quanto apparentemente morta , testimone primordiale
dell’albero della vita. Margaret Nella nella quarta stanza, quella
del cuore e del senso del tatto. Claudio Cavalieri nella quinta,
quella della linfa, della spinta verso l’alto.
Poi era venuto il vernissage di giugno per Laura Zilocchi, dall’Emilia e in molte gallerie nazionali, e per Guadalupe Zepeda, dal Messico e da millenarie culture di altri continenti, ancora presenti entrambe nella mostra, che incominciava a dare agli artisti invitati tempi più lunghi, con ricambi più diluiti nel tempo rispetto al mulino/vortice dell’iniziale ricambio mensile. Gli artisti lasciavano però una loro opera, in uno scambio con la pittura fonetica, come loro profumo in quella stanza che lasciavano per far posto ad altri…
Questa scadenza di giugno era stata occasione per un incontro dei responsabili dell’Archivio del Mart e di Casa d’Arte Futurista Depero col critico d’arte Giosuè Allegrini che ha già invitato la mostra in corso a Pavia per l’anno prossimo, e che ha già coniato per quel che accade alla Casa della Pittura Fonetica, il concetto di Arte Circolare. Egli afferma, a parte le opere d’arte presenti, che la Casa ed il modo con cui gli artisti la vivono, è essa stessa opera d’arte.
All’apertura iniziale della mostra LE SETTE STANZE, a marzo, tutte le stanze erano piene di ‘pittura fonetica’, diramazione dalla Poesia Visiva, inventata da Alberto Sighele, illustrata di recente sulla rivista Arte Trentina. Coerentemente la sesta stanza era stata dedicata, ed è ancora carica della poesia visiva di Carlo Marcello Conti, Michele Perfetti, Alfio Fiorentino, Giacomo Bergamini, Ernst Lew, Davide Argnani, Tomaso Binga, Marilla Battilana, Giulia Nicolai, Mirella Bentivoglio, Guido Savio.
Poi ad aprile due delle sette stanze, la sesta e la settima, si erano trasformate in una mostra rispettivamente per Ilario Dalvit, con le sue stampe curiosamente astratte e concrete, e per Paolo Ober con opere dove l’arcobaleno incalza la vita con una purezza geometrica così naturale da farti dire: perché effettivamente non l’ho visto prima?
Forse qualcuno l’ha già intuito: nelle ‘LE SETTE STANZE’ si segue la millenaria filosofia esistenziale yoga. Essa sostiene l’impalcatura concettuale-emozionale di questa caleidoscopica mostra. Scaturita e ispirata dal volume filosofico/poetico: TU SEI TUTTO FINO AL SETTIMO CIELO di recente pubblicazione con l’Editore Campanotto.
Per saperne di più bisogna andarla a visitare o intervistare il curatore e autore del libro, Alberto Sighele. La Casa della Pittura Fonetica è casa sua, ma è casa aperta, come ogni casa d’artista. Se si va alle inaugurazioni, si finisce col cenare assieme, con verdure dell’orto sotto casa (e qualcos’altro). Basta andarci e per sicurezza telefonare in anticipo. Tutti i contatti su www.apoemaday.eu.
dialogo stimolato da Giosuè Allegrini
nella prima stanza con Laura Zilocchi, Guadalupe Zepeda, Lucia
Martorelli, Claudio Cavalieri, Alberto Sighele alla Casa della
Pittura Fonetica 11 giugno 2023. Osservatori attenti anche Federico
Zanoner e Duccio Dogheria.
Giosuè Allegrini: Ci sono
sempre stati questi due elementi: l’esperienziale e l’ideale. Questi
due elementi vengono messi a sistema con una doppia declinazione: la
decontestualizzazione dell’oggetto che assume nuove forme e
l’elemento sinestetico. Questo io credo che sia una chiave di lettura
che si può dare. E’ chiaro che il tuo lavoro di Pittura Fonetica è
verbovisuale. Ma che genere di verbovisualità? Quella della poesia
concreta: la parola che si struttura in immagine, dove l’elemento
verbale e figurativo si raffrontano come nelle opere di Simia di Rodi
piuttosto che nei Carmi Figurati Alessandrini piuttosto che mille
altre cose: le Tavole Parolibere Futuriste? Si, c’è l’utilizzo
della parola ma c’è anche qualcos’altro. La parola si struttura in
immagine ma nel caso tuo in maniera un po’ diversa, si rapporta anche
all’elemento figurativo, allora Poesia Visiva? Due linguaggi, due
codici espressivi che si negano, si scontrano a volte per dare il
senso della nullità della informazione e quant’altro… due visuali:
significante e significato? Qui c’è un’altra chiave di lettura: la
ricerca di un’armonia tra i vari elementi. Questo mi porta ad un
altro passaggio scritto da Lucia Martorelli (nella sua critica a “Tu
sei tutto fino al settimo cielo”) che mi sembra molto calzante. A
proposito della meditazione. Giungiamo alla consapevolezza che
l’universo cerca il suo equilibrio, noi ne facciamo parte e agiamo
reciprocamente in questo sistema circolare tramite il desiderio, che
si genera nel cuore e spinge all’azione il vortice. E solo se il
desiderio è conforme all’equilibrio universale e cioè all’amore,
porta alla realizzazione di sé e del prossimo. Questo è un aspetto
interessante: quello della circolarità. Non abbiamo più una visione
positivista, illuminista. Come se fosse da accantonare la scienza, la
ragione che hanno il compito di indicare la strada. Non abbiamo più
una causalità nei vari processi. Una linearità, un processo accanto
all’altro che si inanellano. Qui abbiamo un panta rei a derivata
continua, un continuo scorrere di cose. Questo è un elemento
interessante che poi emerge nelle varie stanze con la propria
simbologia e quindi da un punto di vista gnoseologico e ermeneutico
mi sento di dire che la chiave é qui nell’equilibrio degli opposti,
nell’armonia, in questo panta rei però circolare, ora …
Alberto Sighele: Sì. Quando
dicevo alla Laura: tu sei all’inizio, nella prima stanza, e Guadalupe
è alla fine, nella settima. Ma potrebbe essere anche l’opposto. Ti
ricordi che dicevo questa cosa. In questa stanza sotto: la Laura
Zilocchi, e la Guadalupe Zepeda è di sopra, nella settima, però…
Giosuè Allegrini: è proprio questo l’elemento autorigenerante quando parlavi poc’anzi che la morte non esiste.
In occasione della presenza del critico
Giosuè Allegrini a Rovereto alla 4° inaugurazione di artisti ospiti
della mostra ‘Le Sette Stanze’ presso la Casa della Pittura Fonetica.
val la pena fermarsi a considerare il fermento che si sviluppa nei
dintorni del Mart, nella città della quercia e in provincia rispetto
alla Poesia Visiva, il Futurismo, il concetto e la pratica di libro
e casa d’artista.
Sarà il fulcro dell’intervento di
Allegrini.
Oltre alle due artiste ospiti di
giugno, l’emiliana Laura Zilocchi e la messicana Guadalupe Zepeda,
con il valore della scrittura nel quadro per la prima e
l’universalismo e radicamento locale della seconda, l’attenzione va
alla Casa d’Artista e alla mostra ‘Le Sette Stanze’ che la riempie
con un calendoscopio di artisti mensilmente invitati nelle varie
stanze. Sembra di vedere l’attivismo di Depero a Rovereto un secolo
dopo.
La Casa della Pittura Fonetica si
colloca nel groviglio di rapporti tra Mart, Fondazione Berardelli di
Brescia, Collezione Carlo Marcello Conti di Pasian di Prato a Udine,
e ora Archivio di Nuova Scrittura presso il Collegio Cairoli
dell’Università di Pavia diretto da Giosuè Allegrini.
Il tessuto è anche di rapporti
interpersonali e di amicizia: Carlo Marcello Conti è l’editore di
‘Tu sei Tutto fino al Settimo Cielo’ di Alberto Sighele che spiega le
sette stanze della Casa e della mostra che la vivifica. Contiene una
acuta analisi dell’opera da parte di Giosuè Allegrini che la
definisce in assoluto libro d’artista. Sighele trasforma cataloghi di
Berardelli e del Mart in libri d’artista usando come strumento la
propria pittura fonetica. Rivisita nello stesso modo propri volumi di
poesia e addirittura intere riviste di attualità come UCT su
Scotellaro e l’intelligenza artificiale. Un vero laboratorio.
Le inaugurazioni alla Casa della
Pittura Fonetica a Rovereto non sono da perdere. Vi sono già passati
Paolo Ober e Ilario Dalvit ad aprile, Margaret Nella e Claudio
Cavalieri a maggio (ancora in esposizione). Vi entrano ora a giugno,
nella prima e nella settima stanza, Laura Zilocchi e Guadalupe. Il
vernissage domenica 11 alle 19.
La Casa della Pittura
Fonetica ringrazia la Kunst Grenzen per la collaborazione.