L’arte è presa da assalto dalle masse proletarie e sotto proletarie o piccolo borghesi, (comunque l’assedio viene dal basso,) perché è un bisogno di massa come la vita, l’acqua, l’aria, il cibo dalla terra. E’ per questo motivo che l’arte oggi deve poter essere fatta con qualsiasi cosa ti capita sotto mano, come materiale. Gli strumenti non devono essere costosi. Usiamo cioè ricicliamo tutto nell’opera d’arte. Anche le cose più fragili come i fogli di giornale, interi o ritagliati, le foglie secche, corde e legacci di scarpe, pezzi di armadio sfasciato, lastre di vetro o specchi impreziositi dalla corrosione (fioritura) del tempo, cassette della frutta. E l’altro estremo: il prezzo dell’opera d’arte deve essere effettivamente libero ed accessibile non pilotato da chi da valore solo ai prodotti in proprio possesso attraverso canali di cui si controllano monopolisticamente i flussi. Fondamentalmente per tenere sfamato l’artista e creativamente vivace, non depresso dal bisogno materiale. L’arte poi come l’aria deve essere libera, accessibile, fruibile, imitabile, subire e arricchirsi di variazioni, reinterpretazioni in un continuo accavallarsi di onde. Ognuno costruisce sulle rovine o sulle basi del passato ed è meglio che tutto sia visibile, trasparente, chiaro, non rubato senza riconoscere le fonti. Il falso, il furbo, l’ipocrita soffocherà della propria menzogna. Perché l’arte sgorga spontanea dal cuore e dalla mente, dalla coscienza aperta allo scambio. Non dalla contorsione che strozza, ma dall’acqua che scorre, pulisce e rivela la propria spiritualità e leggerezza. L’arte è nello scambio, non nel monopolio. La ricchezza non va confusa con l’avidità. La ricchezza è tale se arricchisce tutti, e si moltiplica, la seconda è morte perché toglie ai poveri per dare ai ricchi e porta il corpo sociale in cancrena. Allora alziamo la schiena e la testa e prendiamoci l’arte, con cui si parte, generosamente regalando. E’ prova d’artista la generosità. Sente che da dentro si dà.
L’arte è la trasformazione che rende ricca la cosa povera, la carica di significato, come acqua che diventa vino, frutto che matura, uovo che diventa pulcino, spermatozoo che diventa cranio.
Alberto Sighele
cos’è il caffè se non il caldo di te
da quanto ti aspetto per fare un giro di walzer sul tuo seno
mi guardi negli occhi almeno
io sono un fiore tu l’altro bambina mia sei il mio amore
cosa bolle nella pentola?
quanto sei bella
non titubo tubo mi basti tu
nulla culla
io voglio amore
morning coffee
la pace è non cedere alla paura
ci parla il silenzio
vestirti di me come uno scialle