una torre che potesse toccare il cielo
e stenta a dire anche solo una parola
come è possibile
che questi parlino tutti
la stessa lingua?
Alberto Sighele su testi di Giacomo Paternò
babele
ma come è possibile
che questi parlino tutti la stessa lingua?
una torre che potesse toccare il cielo
e stenta a dire una parola sola
Alberto Sighele su testo di Giacomo Paternò
babele
ma come è possibile
che questi parlino tutti
la stessa lingua?
Alberto Sighele su testo di Giacomo Paternò
una torre che potesse toccare il cielo
e stenta a dire una sola parola
Alberto Sighele (su testo di Giacomo Paternò)
misericordia
è femmina
Alberto Sighele
Pittura fonetica è fusione tra immagine e suono delle parole. Qui è la radice della parola che si prende il centro, e la doppia emme di femmina che ribadisce visivamente quella centralità visiva, ma nello stesso momento il cervello pronuncia mentalmente proprio quello: la emme. E l’inconscio nostro profondo si interroga su mamma, amore morte merda immediatamente mare amore amare amaro ma sempre amore mio immenso. E la vibrazione di mamma femmina mia è sonorissima cioè foneticissima.
mi abbandono al nulla
e sono culla
Alberto Sighele
pittura fonetica vuol dire che l’immagine si fonde col suono. Il dono con il sono ed il nulla con la culla, (che si può permettere d’essere solo evocata, non scritta completa).
I colori conducono la scrittura: il bianco è il culmine della luce, l’oro è la coscienza, il rosso pulsa, il verde è l’erba della vita che accoglie l’umiltà dell’artista. La doppia bi è la bellezza che conduce la danza. L’abbandono è la lezione ascetica. Gli opposti si fondono ed assorbono.
tra carezza e corazza
una alza
l’altra abbassa
nel tempo moderno abbiamo bisogno di qualcosa d’eterno.
Contemporaneo è l’immagine ed il suono, fuso in uno solo; (ce lo ha insegnato il cinema), ma anche il calore del corpo e il rigore metallico, la fluidità del movimento e la rigidità della corazza. L’uomo contemporaneo ha bisogno di trovare l’unità per non perdersi nella frantumazione.
Qui si uniscono anche la a con la z, passando anche per il serp(b)ente della tentazione della bi e della esse.
Contemporaneo è anche il gioco del lego: il decostruire e ricostruire: la gif in cui lo spettatore è invitato a ri-fare il percorso creativo.
Alberto Sighele
non mi stanco
di fluirti sul fianco
questa è pittura fonetica perché suona nella mente dello spettatore, infilzata dalla effe nella effe, innanzi tutto; nutrendolo poi dell’immagine dell’ansa del fiume evocata dal fluire e dal fianco. E poi è concettuale perché cucisce gli opposti: la stanchezza col movimento…
Alberto Sighele