accusare la Cina di tutte le nefandezze

accusare la Cina di tutte le nefandezze
lei che essendo ad est dell’Europa
oltre alle merci e alle cose di cui sopra
ci inonda di tali antiche e recenti bellezze
come il sole che brilla brucia e ci scopa
coi suoi raggi e fa di noi saggi, se i difetti
altrui non sono mostri, semplicemente i nostri

Alberto Sighele

Ester sei l’est il sorgere del sole esterefatto da questa grande ruota della notte e del giorno ritorno commosso da te accusare la Cina di tutte le nefandezze lei che essendo ad est dell’Europa oltre alle merci e alle cose di cui sopra ci inonda di tali antiche e recenti bellezze come il sole che brilla brucia e ci scopa coi suoi raggi e fa di noi saggi, se i difetti altrui non sono mostri, semplicemente i nostri



c’è un ritmo

c’è un ritmo
ascoltalo
il primo che senti
è il cuore
perché batte più forte
poi senti che è avvolto
dal respiro

Alberto Sighele

c’è un ritmo ascoltalo il primo che senti è il cuore perché batte più forte poi senti che è avvolto dal respiro

dietro l’ego

dietro l’ego
ti spiego
c’è luce conforto
bellezza che non sfiora
c’è l’orto della primavera
se sleghi l’ego che è una salciccia
Venere si slaccia la camicia e ti abbraccia

dietro l’ego ti spiego c’è luce conforto bellezza che non sfiora c’è l’orto della primavera se sleghi l’ego che è una salciccia Venere si slaccia la camicia e ti abbraccia

Alberto Sighele

infilo nel mio vortice

infilo nel mio vortice
la meditazione
e la mia azione fermandosi
si carica come una molla
schizza al vertice
sono una zolla d’erba verde
che si perde nel cielo

Alberto Sighele

ogni fiore ha un bulbo o un turgore che nulla è se non attesa della primavera e dell’amore infilo nel mio vortice la meditazione e la mia azione fermandosi si carica come una molla schizza al vertice sono una zolla d’erba verde che si perde nel cielo

insegno a tutti a superare l’ego

insegno a tutti a superare l’ego
se prima che lo spiego lo pratico
e nell’esperienza vedo che
senza
si è molto più vivi e creativi
e se creo me
creo il mondo

Alberto Sighele

Il fiocco è chiuso ed aperto con un tocco insegno a tutti a superare l’ego se prima che lo spiego lo pratico e nell’esperienza vedo che senza si è molto più vivi e creativi e se creo me creo il mondo

lasciare le cose sul tavolo

lasciare le cose sul tavolo
e poi finirle
è come fare figli e poi accudirli
accarezzarti e poi penetrarti
da tenerti per sempre
le cose devono arrivare
al loro senso

Alberto Sighele

a cosa serve una penna? a sporcare un foglio e io voglio te zuffolo piffero fischietto abbraccialo stretto sotto un cespuglio poi portalo in città in un letto e rovescialo sul pubblico da un’orchestra acqua che io abbia alla mia sete le tue labbra lasciare le cose sul tavolo e poi finirle è come fare figli e poi accudirli accarezzarti e poi penetrarti da tenerti per sempre le cose devono arrivare al loro senso

nel ritmo del sette

sento
nel ritmo del sette
che parto lento
poi accelero appena ti penso
come fa il cuore che batte
poi mi calmo sul palmo
della tua mano

Alberto Sighele

la spiga spiega la piega e la spinge il ricciolo la nega non la accetta la contorce e per intanto vince sento nel ritmo del sette che parto lento poi accelero appena ti penso come fa il cuore che batte poi mi calmo sul palmo della tua mano
sento nel ritmo del sette che parto lento poi accelero appena ti penso come fa il cuore che batte poi mi calmo sul palmo della tua mano

io sono il narciso

io sono il narciso
che preciso con slancio centrale
verticale nel vortice sale
giallo nei sei petali ballo
fino a te che sei Venere vedi
mi inchino sull’acqua del due e ti sfioro
poi d’un balzo mi alzo alla corona del cuore

Alberto Sighele

io sono il narciso che preciso con slancio centrale verticale nel vortice sale giallo nei sei petali ballo fino a te che sei Venere vedi mi inchino sull’acqua del due e ti sfioro poi d’un balzo mi alzo alla corona del cuore


io sono il narciso che preciso con slancio centrale verticale nel vortice sale giallo nei sei petali ballo fino a te che sei Venere vedi mi inchino sull’acqua del due e ti sfioro poi d’un balzo mi alzo alla corona del cuore

il saggio sa che va

il saggio sa che va
dove lui ha deciso preciso
dove la sua natura la saggezza
gli prende la mano e lo conduce
lui sa che non sa
e va dove è condotto
resta aperto

Sighele Alberto

il saggio sa che va dove lui ha deciso preciso dove la sua natura la saggezza gli prende la mano e lo conduce lui sa che non sa e va dove è condotto resta aperto