a cosa conduce la luce se era la prima già nella Genesi? l’acqua sopra e sotto per le maree alla luna il lunedì la terra contesa da germoglio e groviglio di piante il martedì il messaggio che il tempo è scandito dal cielo e dai battiti del cuore pesci in ascolto e uccelli in canto rimisero in moto il desiderio tra gli animali l’uomo era quello da andare oltre il contrasto e che se il sette è una sedia ci si poteva sedere e ringraziare
innamorarsi o tenere un innamoramento è il primo comandamento e l’unico per il risveglio l’illuminazione la rinascita la realizzazione del sé dall’uomo di Neanderthal all’ultimo nato il fare l’amore con te
respiro che va dice narice su narice giù io chiamo te tu chiami me che ci incontriamo in mezzo ci armonizziamo in mazzo di fiori il dentro e il fuori e sopra il naso l’occhio lo specchio degli opposti l’incontro dell’impossibile apparente perché il tutto e il niente noi stessi nella mente divina da quando ho pensato a te questa mattina
tu sei te il mio tre dopo il mio dispari il tuo pari triangolo del nostro assieme a spigoli che tu ti inchini a me io a te il vortice dell’angelo che io accetterò tutto per essere tuo perché tu sia mia la nostra geometria
non c’è scampo in primavera tutto spinge nell’uno il gambo la margheritina ha due raggiere di petali il tulipano ha il tre due volte quattro direzioni la forsizia cinque la viola sei petali il narciso più la tromba per il sette sui tetti delle nuvole che tutti i fiori hanno un centro affinché noi ci penetriamo dentro tu in me io in te ed il pensiero e corpi palpitino è primavera
ad ogni tua curva balbetta si ingarbuglia il desiderio mio si turba a bulbo finché tu non tolga gonna e giacchetta sciolga il nodo a strofinii e carezze e allunghi in su il mio serpente il cui dente serve solo ad offrirti il pomo e rimaniamo stretti a rosicchiarci il frutto il tutto
io sono un vegetale che mi attorciglio quando sale nella la ruota dei rami che ami anche tu l’assoluto azzurro come nel vortice dei petali dei fiori che palpitano per venire fuori fin dall’inizio mi ha penetrato al fondo e li aspetta in sonno tondo la vita mia avvolta che aspetta senza fretta che io tolga al mio carciofo foglia su foglia con la voglia che mi indicavi tu dal due all’assoluto al tre quattro cinque sei sette strette le nostre anime guaina su guaina
quando Venere viene non va più è la stella che sempre brilla è l’onda che c’è anche se si nasconde sempre appare quando pare che tu te ne dimentichi nel passaggio tra il giorno e la notte la notte e il giorno sempre pronta a un ritorno di fiamma
il seme insiste la morte non esiste è l’uno che si moltiplica la spiga che diventa una riga di spighe il seme è una gemma che brilla uno che diventa mille