a cosa conduce la luce se era la prima già nella Genesi?

a cosa conduce la luce se era la prima già nella Genesi?
l’acqua sopra e sotto per le maree alla luna il lunedì
la terra contesa da germoglio e groviglio di piante il martedì
il messaggio che il tempo è scandito dal cielo e dai battiti del cuore
pesci in ascolto e uccelli in canto rimisero in moto il desiderio
tra gli animali l’uomo era quello da andare oltre il contrasto
e che se il sette è una sedia ci si poteva sedere e ringraziare

Alberto Sighele



a cosa conduce la luce se era la prima già nella Genesi? l’acqua sopra e sotto per le maree alla luna il lunedì la terra contesa da germoglio e groviglio di piante il martedì il messaggio che il tempo è scandito dal cielo e dai battiti del cuore pesci in ascolto e uccelli in canto rimisero in moto il desiderio tra gli animali l’uomo era quello da andare oltre il contrasto e che se il sette è una sedia ci si poteva sedere e ringraziare
a cosa conduce la luce se era la prima già nella Genesi? l’acqua sopra e sotto per le maree alla luna il lunedì la terra contesa da germoglio e groviglio di piante il martedì il messaggio che il tempo è scandito dal cielo e dai battiti del cuore pesci in ascolto e uccelli in canto rimisero in moto il desiderio tra gli animali l’uomo era quello da andare oltre il contrasto e che se il sette è una sedia ci si poteva sedere e ringraziare

innamorarsi o tenere un innamoramento è il primo comandamento e l’unico per il risveglio l’illuminazione la rinascita la realizzazione del sé dall’uomo di Neanderthal all’ultimo nato il fare l’amore con te

innamorarsi o tenere un innamoramento
è il primo comandamento
e l’unico
per il risveglio l’illuminazione la rinascita
la realizzazione del sé
dall’uomo di Neanderthal all’ultimo nato
il fare l’amore con te

Alberto Sighele

innamorarsi o tenere un innamoramento è il primo comandamento e l’unico per il risveglio l’illuminazione la rinascita la realizzazione del sé dall’uomo di Neanderthal all’ultimo nato il fare l’amore con te

narice su narice giù

respiro che va dice narice su narice giù
io chiamo te tu chiami me che ci incontriamo in mezzo
ci armonizziamo in mazzo di fiori il dentro e il fuori
e sopra il naso l’occhio lo specchio degli opposti
l’incontro dell’impossibile apparente perché
il tutto e il niente noi stessi nella mente divina
da quando ho pensato a te questa mattina

Alberto Sighele

respiro che va dice narice su narice giù io chiamo te tu chiami me che ci incontriamo in mezzo ci armonizziamo in mazzo di fiori il dentro e il fuori e sopra il naso l’occhio lo specchio degli opposti l’incontro dell’impossibile apparente perché il tutto e il niente noi stessi nella mente divina da quando ho pensato a te questa mattina

tu sei te il mio tre dopo il mio dispari il tuo pari triangolo del nostro assieme a spigoli che tu ti inchini a me io a te il vortice dell’angelo che io accetterò tutto per essere tuo perché tu sia mia la nostra geometria

tu sei te il mio tre
dopo il mio dispari il tuo pari
triangolo del nostro assieme a spigoli
che tu ti inchini a me io a te il vortice
dell’angelo che io accetterò tutto
per essere tuo perché tu sia mia
la nostra geometria

Alberto Sighele

tu sei te il mio tre dopo il mio dispari il tuo pari triangolo del nostro assieme a spigoli che tu ti inchini a me io a te il vortice dell’angelo che io accetterò tutto per essere tuo perché tu sia mia la nostra geometria

non c’è scampo in primavera tutto spinge nell’uno il gambo la margheritina ha due raggiere di petali il tulipano ha il tre due volte quattro direzioni la forsizia cinque la viola sei petali il narciso più la tromba per il sette sui tetti delle nuvole che tutti i fiori hanno un centro affinché noi ci penetriamo dentro tu in me io in te ed il pensiero e corpi palpitino è primavera

non c’è scampo in primavera tutto spinge nell’uno il gambo
la margheritina ha due raggiere di petali il tulipano ha il tre
due volte quattro direzioni la forsizia cinque la viola sei
petali il narciso più la tromba per il sette sui tetti delle nuvole
che tutti i fiori hanno un centro affinché noi ci penetriamo
dentro tu in me io in te ed il pensiero e corpi palpitino
è primavera

Alberto Sighele

non c’è scampo in primavera tutto spinge nell’uno il gambo la margheritina ha due raggiere di petali il tulipano ha il tre due volte quattro direzioni la forsizia cinque la viola sei petali il narciso più la tromba per il sette sui tetti delle nuvole che tutti i fiori hanno un centro affinché noi ci penetriamo dentro tu in me io in te ed il pensiero e corpi palpitino è primavera

ad ogni tua curva balbetta si ingarbuglia il desiderio mio si turba a bulbo finché tu non tolga gonna e giacchetta sciolga il nodo a strofinii e carezze allunghi in su il mio serpente il cui dente serve solo ad offrirti il pomo

ad ogni tua curva balbetta si ingarbuglia
il desiderio mio si turba a bulbo
finché tu non tolga gonna e giacchetta
sciolga il nodo a strofinii e carezze
e allunghi in su il mio serpente
il cui dente serve solo ad offrirti il pomo
e rimaniamo stretti a rosicchiarci il frutto il tutto

Alberto Sighele


ad ogni tua curva balbetta si ingarbuglia il desiderio mio si turba a bulbo finché tu non tolga gonna e giacchetta sciolga il nodo a strofinii e carezze e allunghi in sù il mio serpente il cui dente serve solo ad offrirti il pomo e rimaniamo stretti a rosicchiarci il frutto il tutto

io sono un vegetale che mi attorciglio quando sale

io sono un vegetale che mi attorciglio quando sale
nella la ruota dei rami che ami anche tu l’assoluto azzurro
come nel vortice dei petali dei fiori che palpitano per venire fuori
fin dall’inizio mi ha penetrato al fondo e li aspetta in sonno tondo
la vita mia avvolta che aspetta senza fretta che io tolga al mio carciofo foglia su foglia con la voglia che mi indicavi tu dal due all’assoluto
al tre quattro cinque sei sette strette le nostre anime guaina su guaina

Alberto Sighele

io sono un vegetale che mi attorciglio quando sale nella la ruota dei rami che ami anche tu l’assoluto azzurro come nel vortice dei petali dei fiori che palpitano per venire fuori fin dall’inizio mi ha penetrato al fondo e li aspetta in sonno tondo la vita mia avvolta che aspetta senza fretta che io tolga al mio carciofo foglia su foglia con la voglia che mi indicavi tu dal due all’assoluto al tre quattro cinque sei sette strette le nostre anime guaina su guaina
io sono un vegetale che mi attorciglio quando sale nella la ruota dei rami che ami anche tu l’assoluto azzurro come nel vortice dei petali dei fiori che palpitano per venire fuori fin dall’inizio mi ha penetrato al fondo e li aspetta in sonno tondo la vita mia avvolta che aspetta senza fretta che io tolga al mio carciofo foglia su foglia con la voglia che mi indicavi tu dal due all’assoluto al tre quattro cinque sei sette strette le nostre anime guaina su guaina

quando Venere viene non va più è la stella che sempre brilla è l’onda che c’è anche se si nasconde sempre appare quando pare che tu te ne dimentichi nel passaggio tra il giorno e la notte la notte e il giorno

quando Venere viene non va più
è la stella che sempre brilla
è l’onda che c’è anche se si nasconde
sempre appare quando pare
che tu te ne dimentichi nel passaggio
tra il giorno e la notte la notte e il giorno
sempre pronta a un ritorno di fiamma

Alberto Sighele

quando Venere viene non va più è la stella che sempre brilla è l’onda che c’è anche se si nasconde sempre appare quando pare che tu te ne dimentichi nel passaggio tra il giorno e la notte la notte e il giorno sempre pronta a un ritorno di fiamma

il seme insiste

il seme insiste
la morte non esiste
è l’uno che si moltiplica
la spiga che diventa una riga di spighe
il seme è una gemma che brilla
uno
che diventa mille

Alberto Sighele

il seme insiste la morte non esiste è l’uno che si moltiplica la spiga che diventa una riga di spighe il seme è una gemma che brilla uno che diventa mille