non mi immolo quando divento
immobile
non mi anniento quando non penso a niente
non mi
suicido se decido il silenzio
è il mio modo lento di andare
dentro al centro
per essere nella danza del movimento
nel seme
del frutto di tutto
nell’unica musica dell’armonia
non è
che io sia
in fuga
la mia foga e il mio furore
sono
l’amore
ma viene da dentro
dal centro
dal cuore
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nel mio fiore di loto
con i palmi dei piedi e le mani all’insù
capisci amore che sei tu
in meditazione
che io vengo ad incontrare
che io vengo a toccare
che io tengo te in cima alla testa
nel mio fiore di loto, la cresta?
il tre è oltre me e te è già gli altri
il tre è oltre me e te è già gli
altri
e la lotta per una legge che sorregge
tutto
è la
tensione per l’armonia
e che tutto sia
al suo posto
è la
lotta interiore per ciò che è giusto
il due sei tu
il due sei tu
ed è nudo
perché unico scudo
è lo specchio
in te vedo me
e questa simmetria
è l’anima mia
Alberto Sighele
io ci metto la faccia
io ci metto la faccia
e che il potere faccia
la sua parte
di ricattarmi condizionarmi intimidirmi
ma dietro la mia faccia c’è la coscienza
che chiede libertà
questo è il vero ostacolo che il potere avrà
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chi sono io?
chi sono io?
il respiro
il battito del cuore
la vita
l’amore
il dentro il fuori
il tu e il tutto
Alberto Sighele
l’ho udito nel canto degli uccelli
un giorno un mattino dopo aver sentito prurito in mezzo ai capelli
dopo sogni belli che ci ho messo il dito a grattarmi per curiosità
ho sentito che qui sta la felicità l’ho udito nel canto degli uccelli
se loro sono belli se bello è il fiore perché il mio cuore piange?
perché è una sfinge perché non spinge fuori dalla prigione dove la condizione umana
mi ha infilato? ma chi è stato? non sono forse io?
che non accetto di essere dio come un fiore un uccello un albero?
perchè io alberto non accetto di essere albero di essere
un uccello di essere nudo senza scudo
di capire che il vero sapere
è ringraziare dall’inizio alla fine
che anch’io
posso essere dio?
Alberto Sighele
Alberto Sighele
io sono il pozzo è un pezzo che ti aspetto
io sono il pozzo è un pezzo che ti aspetto
vieni ad attingere acqua
l’acqua è vita
falla finita di dare la colpa agli altri
la polpa di ogni frutto si gonfia di me l’acqua
sono la vita infinita
sono bella come una bolla
ma vengo dal ciclo della sorgente
so come sgorgare da niente
vieni io sono venere non la cenere
io danzo col fuoco
io sono rinascita vieni ti aspetto
una mattina questo mi ha detto
l’anima
introduzione TU SEI TUTTO FINO AL SETTIMO CIELO
…
“tu
sei tutto, fino al settimo cielo” è l’inizio e la fine del mio
libro,
che
ci farà liberi, perché ognuno troverà in esso il suo posto.
Sarà
un viaggio a spirale,
oscillante tra una cosa e il suo opposto,
ma
è meravigliosa questa ascesa in cui sai dove vai e c’è sempre
una
sorpresa, perché sei aperto, aperta, e io Alberto e tu scoperta.
Io
un artista e tu la più veloce, la più bella sulla pista. Era mia
figlia
e
come una foglia è cresciuta da me che sono albero Alberto.
Ma
certo ho anche un figlio e il mio consiglio è di lasciarli andare,
dopo averli curati in tutti i possibili particolari prima di
salpare,
come una nave in mare. Ma è mio figlio, sì, ma è un
foglio
che deve essere scritto e poi volare finché verrà letto.
E non temere il mare o il cielo. E’ vero, i tuoi fogli
diventeranno un libro. La vita.
E sarà tua e di tutti.
Fermati, dove stai vorticando?
Spirale che sale.
Sì, mi fermo e sono eterno: nell’immobilità
l’eternità,
la realtà concentrata in una goccia, un inizio,
e
il fluire dello stessa realtà, non solo metà, nella storia.
Ma
il primo concetto da tener stretto stretto
è che storia e
eternità sono la stessa cosa
Vortice, perciò cerchio, con un
centro, perciò uno.
L’albero
è un vortice,
guarda la chioma,
i rami braccia, orizzontali, ali: Ma guarda
anche come
l’apparato radicale è simmetrico, specchio alla
chioma.
Seme, chioma. E questo chiama il verticale che sale
e
l’altra immagine oltre il seme, la noce, il nucleo
l’uovo, la
testa, la sfera, la terra, e dentro il cervello.
L’universo che
si versa nell’uno, quanto è bello.
L’universo, tu, uno,
nessuno, poi due, ed i multipli.
Non fermarti: la spirale che
sale è fiore e i petali molti.
E il fiore sei tu. Anche il
cuore,
in un libro di anatomia,
non è fantasia, è un vortice. E i
petali palpiti.
Se torni da capo, passo per passo ti accorgi che
tutto è vero.
E dove ti aggrappi ruotando, danzando?
Agli
altri. Ma il perno sei tu, perciò tutto. Unito al tutto.
Dite a tutti che io sono felice, non fingo, non sospiro, respiro.
Non ho paura di niente, mi fido dell’ascolto dei palpiti del cuore.
Mi conduce la luce: dal caldo al calmo, al pieno dell’arcobaleno.
Non sono un incosciente, ma credo che vuoto e niente sono attesa.
La coscienza è il mio filo d’erba. E’ una corda per acrobati la leggerezza
con cui mi infilo al tutto. Voglio il seme, il fiore, l’albero e il frutto.
Il mio inizio e la mia fine è il flusso, l’essere, il divenire, il centro e la ruota.
Nel mezzo del cammin di nostra vita io mi trovai in una selva oscura,
che la diritta via era smarrita. Ma adesso dimostrerò, con l’aiuto altrui,
che tutto è facile, armonioso e bello: basta seguire natura.
Il segreto è quello. Inferno e purgatorio sono umano immaginario.
Dante è bene ringraziarlo, comunque, per il tre che è divino,
divino fino al sette, dove Cenerentola dalla pentola, la cenere, le ciabatte
ammette che diventa la più bella. Quella scarpa è la barca, la spirale della storia.
Alberto Sighele
Hannah Arendt
https://www.dw.com/en/why-hannah-arendt-remains-inspiring-today/a-53372810
Pubblicato da Luc Fierens su Lunedì 11 maggio 2020