tuffarci nel mare

io con gli occhi e tu mi tocchi ma importante è quante
volte ti volterai a guardarmi a dirmi nel segreto della mente: amore
e allora io sentirò un fremito, una frenesia, una farfalla
un universo che frulla, un frastuono, un tuono che urla voglio quell’uomo
e io capirò nel silenzio che scenderà tra di noi che questo è un inizio
e sarebbe un precipizio non seguire l’indizio, non seguire l’istinto e l’intuito
e di non farlo subito di chiamarti per nome, amore, e tuffarci nel mare

io con gli occhi e tu mi tocchi ma importante è quante volte ti volterai a guardarmi a dirmi nel segreto della mente: amore e allora io sentirò un fremito, una frenesia, una farfalla un universo che frulla, un frastuono, un tuono che urla voglio quell’uomo e io capirò nel silenzio che scenderà tra di noi che questo è un inizio e sarebbe un precipizio non seguire l’indizio, non seguire l’istinto e l’intuito e di non farlo subito di chiamarti per nome, amore, e tuffarci nel mare
io con gli occhi e tu mi tocchi ma importante è quante volte ti volterai a guardarmi a dirmi nel segreto della mente: amore e allora io sentirò un fremito, una frenesia, una farfalla un universo che frulla, un frastuono, un tuono che urla voglio quell’uomo e io capirò nel silenzio che scenderà tra di noi che questo è un inizio e sarebbe un precipizio non seguire l’indizio, non seguire l’istinto e l’intuito e di non farlo subito di chiamarti per nome, amore, e tuffarci nel mare

Alberto Sighele

ci uniamo al centro

petali di un fiore ci uniamo al centro dentro da sotto in sù
nel convento della mente i pensieri sono monaci amici compagni di viaggio

petali di un fiore ci uniamo al centro dentro da sotto in sù nel convento della mente i pensieri sono monaci amici compagni di viaggio
petali di un fiore ci uniamo al centro dentro da sotto in sù nel convento della mente i pensieri sono monaci amici compagni di viaggio

l’accusa d’essere ladra

se sono l’albero al centro del giardino devo sviluppare il tronco
diritto verso il cielo per raccogliere sui rami i doni che mi ami
perché innanzitutto sono albero da frutto e il mio lavoro è qui ed ora
dire a tutti che la linfa è la vita e va in salita leggiadra
qualcuno l’accusa d’essere ladra alla terra, di impoverirla per dare al cielo
ma è vero come è vero il contrario, dalla pioggia la terra riceve la vita
ladra, invidia, peccato, castigo è groviglio e ingarbuglio alle labbra

Alberto Sighele

se sono l’albero al centro del giardino devo sviluppare il tronco diritto verso il cielo per raccogliere sui rami i doni che mi ami perché innanzitutto sono albero da frutto e il mio lavoro è qui ed ora dire a tutti che la linfa è la vita e va in salita leggiadra qualcuno l’accusa d’essere ladra alla terra, di impoverirla per dare al cielo ma è vero come è vero il contrario, dalla pioggia la terra riceve la vita ladra, invidia, peccato, castigo è groviglio e ingarbuglio alle labbra
se sono l’albero al centro del giardino devo sviluppare il tronco diritto verso il cielo per raccogliere sui rami i doni che mi ami perché innanzitutto sono albero da frutto e il mio lavoro è qui ed ora dire a tutti che la linfa è la vita e va in salita leggiadra qualcuno l’accusa d’essere ladra alla terra, di impoverirla per dare al cielo ma è vero come è vero il contrario, dalla pioggia la terra riceve la vita ladra, invidia, peccato, castigo è groviglio e ingarbuglio alle labbra

Eva era il ventre

Eva era il ventre e la vita era vento e mentre
soffiava sembrava vuoto ma in Eva il soffio diventava pieno
Eva creava Adamo col dono del pomo, ringraziava l’uomo
nella danza del ventre il serpente la mente è il maestro di danza si alza
è la spirale che sale da sotto in sù l’evoluzione la rivelazione del sé
guarda come è bello nella danza del ventre sgusciare dal velo al cielo
alzarsi in volo è il tentativo dell’albero e rimanere ancorato alla terra

Eva era il ventre e la vita era vento e mentre soffiava sembrava vuoto ma in Eva il soffio diventava pieno Eva creava Adamo col dono del pomo, ringraziava l’uomo nella danza del ventre il serpente la mente è il maestro di danza si alza è la spirale che sale da sotto in sù l’evoluzione la rivelazione del sé guarda come è bello nella danza del ventre sgusciare dal velo al cielo alzarsi in volo è il tentativo dell’albero e rimanere ancorato alla terra

Alberto Sighele

il balzo dell’umanità

mentre io mi innalzo è venuto il tempo del balzo dell’umanità
la mia realizzazione personale è viva nella crescita collettiva
è una danza l’esistenza e una musica di cui non si può fare senza
unica via alla felicità che dicevano difficile ma è facile
è il potere che per opprimerci esalta fatica dovere croce e sofferenza
la croce per noi sono i raggi della ruota, la sofferenza un soffice passaggio
all’essenza delle cose, la felicità, la gioia, la bellezza, la grazia

Alberto Sighele

mentre io mi innalzo è venuto il tempo del balzo dell’umanità la mia realizzazione personale è viva nella crescita collettiva è una danza l’esistenza e una musica di cui non si può fare senza unica via alla felicità che dicevano difficile ma è facile è il potere che per opprimerci esalta fatica dovere croce e sofferenza la croce per noi sono i raggi della ruota, la sofferenza un soffice passaggio all’essenza delle cose, la felicità, la gioia, la bellezza, la grazia
mentre io mi innalzo è venuto il tempo del balzo dell’umanità la mia realizzazione personale è viva nella crescita collettiva è una danza l’esistenza e una musica di cui non si può fare senza unica via alla felicità che dicevano difficile ma è facile è il potere che per opprimerci esalta fatica dovere croce e sofferenza la croce per noi sono i raggi della ruota, la sofferenza un soffice passaggio all’essenza delle cose, la felicità, la gioia, la bellezza, la grazia

cerca la perfezione ma non esigerla

cerca la perfezione ma non esigerla né da te né dagli altri
la perfezione è l’orizzonte che sempre si sposta, accetta che ci sia l’oltre
t’accorgerai che la felicità è già il vento nelle vele, il tagliare le onde
gioia o noia dipende da come tu vedi il tuo passo alla cima
dai tempo alle cose fatte in fretta diventano pericolose
ama le imperfezioni del tuo amore se servono a capire le tue
a tornare da lui/lei con la supplica sul piatto di migliorare il tuo/suo cuore

cerca la perfezione ma non esigerla né da te né dagli altri la perfezione è l’orizzonte che sempre si sposta, accetta che ci sia l’oltre t’accorgerai che la felicità è già il vento nelle vele, il tagliare le onde gioia o noia dipende da come tu vedi il tuo passo alla cima dai tempo alle cose fatte in fretta diventano pericolose ama le imperfezioni del tuo amore se servono a capire le tue a tornare da lui/lei con la supplica sul piatto di migliorare il tuo/suo cuore
cerca la perfezione ma non esigerla né da te né dagli altri la perfezione è l’orizzonte che sempre si sposta, accetta che ci sia l’oltre t’accorgerai che la felicità è già il vento nelle vele, il tagliare le onde gioia o noia dipende da come tu vedi il tuo passo alla cima dai tempo alle cose fatte in fretta diventano pericolose ama le imperfezioni del tuo amore se servono a capire le tue a tornare da lui/lei con la supplica sul piatto di migliorare il tuo/suo cuore

dalle tue natiche si innalza l’ascesa

l’eterna sorpresa è che dalle tue natiche si innalza l’ascesa
come dal bulbo nasce un giglio che dice mi piglio il cielo
scompiglio così tutte le credenze che terrebbero tutto separato
vivo nel corpo tutto quello che attorno è stato creato
sostengo che l’acqua è fuoco e il fuoco è acqua se è vero
che nella fiamma ritrovi i colori dell’arcobaleno che è luce e ponte
l’importante è cucire le cose e lasciarsi cucinare in buon brodo

Alberto Sighele

l’eterna sorpresa è che dalle tue natiche si innalza l’ascesa come dal bulbo nasce un giglio che dice mi piglio il cielo scompiglio così tutte le credenze che terrebbero tutto separato vivo nel corpo tutto quello che attorno è stato creato sostengo che l’acqua è fuoco e il fuoco è acqua se è vero che nella fiamma ritrovi i colori dell’arcobaleno che è luce e ponte l’importante è cucire le cose e lasciarsi cucinare in buon brodo

da una natica alla cima dei capelli

respiro lentamente e continuo accarezzandoti la schiena su e giù
da una natica alla cima dei capelli discendi all’altra natica anche tu
da una narice mi sali calda al cervello, mi discendi fresca dall’altra
un zig zag di catena di montagne che diventa ormai fuga di colline
è vibrazione il respiro, la carezza, l’orizzonte. Ci troviamo nuovamente
di fronte all’unità del tutto. E sarebbe sciocco non coglierne il frutto.
É il flusso che ha concepito il creato e tutto quello che esiste continua.

Alberto Sighele

respiro lentamente e continuo accarezzandoti la schiena su e giù da una natica alla cima dei capelli discendi all’altra natica anche tu da una narice mi sali calda al cervello, mi discendi fresca dall’altra un zig zag di catena di montagne che diventa ormai fuga di colline è vibrazione il respiro, la carezza, l’orizzonte. Ci troviamo nuovamente di fronte all’unità del tutto. E sarebbe sciocco non coglierne il frutto. É il flusso che ha concepito il creato e tutto quello che esiste continua.

prime 3 strofe del 2° canto IL DUE

l’uno era uno, ma non sapeva di sé, era nessuno, non si riconosceva.
Poi è venuto il due, tu, l’onda, il respiro, la culla, l’incontro.
E mentre ti vedo e ti tocco, ecco, capisco chi sono.
Il mio occhio, lo specchio, si risveglia nei tuoi occhi e sorride.
Che bello capire che quello che capita a me è lo stesso per te.
Adesso ognuno, nel due, capisce se stesso, siamo specchio.
L’onda definisce l’unità e la dualità delle cose, il flusso e il tutto


il due sei tu ed è nudo, perché unico scudo è lo specchio.
In te vedo me e questa simmetria è l’anima mia.
Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te,
non è solo specchio. E’ la migliore difesa lo scudo di essere nudo.
E mentre ciascuno si allena a vedere sé nell’altro,
superi l’ego e scivoli nell’anima che è la tua vera identità,
quella che sa tutto di te perché è l’anima tua e del mondo

così il due è la luna, lunedì, sei tu, la mia fortuna,
che rifletti il sole, sei specchio al giorno, già di ritorno.
L’acqua che muove le maree, che ritma le semine Dal dispari al pari,
partorisce la molteplicità, la discendenza. Senza due non c’è niente,
è linfa, foglia, frutto, è tutto lo scorrere della vita, è Eva,
epifania, fantasia, Shakti, energia, Marta e Maria, Maddalena,
la seconda ruota salendo la schiena, l’onda, la sponda, il dono

l’uno era uno, ma non sapeva di sé, era nessuno, non si riconosceva. Poi è venuto il due, tu, l’onda, il respiro, la culla, l’incontro. E mentre ti vedo e ti tocco, ecco, capisco chi sono. Il mio occhio, lo specchio, si risveglia nei tuoi occhi e sorride. Che bello capire che quello che capita a me è lo stesso per te. Adesso ognuno, nel due, capisce se stesso, siamo specchio. L’onda definisce l’unità e la dualità delle cose, il flusso e il tutto il due sei tu ed è nudo, perché unico scudo è lo specchio. In te vedo me e questa simmetria è l’anima mia. Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te, non è solo specchio. E’ la migliore difesa lo scudo di essere nudo. E mentre ciascuno si allena a vedere sé nell’altro, superi l’ego e scivoli nell’anima che è la tua vera identità, quella che sa tutto di te perché è l’anima tua e del mondo così il due è la luna, lunedì, sei tu, la mia fortuna, che rifletti il sole, sei specchio al giorno, già di ritorno. L’acqua che muove le maree, che ritma le semine Dal dispari al pari, partorisce la molteplicità, la discendenza. Senza due non c’è niente, è linfa, foglia, frutto, è tutto lo scorrere della vita, è Eva, epifania, fantasia, Shakti, energia, Marta e Maria, Maddalena, la seconda ruota salendo la schiena, l’onda, la sponda, il dono
l’uno era uno, ma non sapeva di sé, era nessuno, non si riconosceva. Poi è venuto il due, tu, l’onda, il respiro, la culla, l’incontro. E mentre ti vedo e ti tocco, ecco, capisco chi sono. Il mio occhio, lo specchio, si risveglia nei tuoi occhi e sorride. Che bello capire che quello che capita a me è lo stesso per te. Adesso ognuno, nel due, capisce se stesso, siamo specchio. L’onda definisce l’unità e la dualità delle cose, il flusso e il tutto il due sei tu ed è nudo, perché unico scudo è lo specchio. In te vedo me e questa simmetria è l’anima mia. Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te, non è solo specchio. E’ la migliore difesa lo scudo di essere nudo. E mentre ciascuno si allena a vedere sé nell’altro, superi l’ego e scivoli nell’anima che è la tua vera identità, quella che sa tutto di te perché è l’anima tua e del mondo così il due è la luna, lunedì, sei tu, la mia fortuna, che rifletti il sole, sei specchio al giorno, già di ritorno. L’acqua che muove le maree, che ritma le semine Dal dispari al pari, partorisce la molteplicità, la discendenza. Senza due non c’è niente, è linfa, foglia, frutto, è tutto lo scorrere della vita, è Eva, epifania, fantasia, Shakti, energia, Marta e Maria, Maddalena, la seconda ruota salendo la schiena, l’onda, la sponda, il dono
l’uno era uno, ma non sapeva di sé, era nessuno, non si riconosceva. Poi è venuto il due, tu, l’onda, il respiro, la culla, l’incontro. E mentre ti vedo e ti tocco, ecco, capisco chi sono. Il mio occhio, lo specchio, si risveglia nei tuoi occhi e sorride. Che bello capire che quello che capita a me è lo stesso per te. Adesso ognuno, nel due, capisce se stesso, siamo specchio. L’onda definisce l’unità e la dualità delle cose, il flusso e il tutto il due sei tu ed è nudo, perché unico scudo è lo specchio. In te vedo me e questa simmetria è l’anima mia. Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te, non è solo specchio. E’ la migliore difesa lo scudo di essere nudo. E mentre ciascuno si allena a vedere sé nell’altro, superi l’ego e scivoli nell’anima che è la tua vera identità, quella che sa tutto di te perché è l’anima tua e del mondo così il due è la luna, lunedì, sei tu, la mia fortuna, che rifletti il sole, sei specchio al giorno, già di ritorno. L’acqua che muove le maree, che ritma le semine Dal dispari al pari, partorisce la molteplicità, la discendenza. Senza due non c’è niente, è linfa, foglia, frutto, è tutto lo scorrere della vita, è Eva, epifania, fantasia, Shakti, energia, Marta e Maria, Maddalena, la seconda ruota salendo la schiena, l’onda, la sponda, il dono

pandemia ossessione dell’ego pura follia

ringrazio la Cina per Mao il secolo scorso, da sempre del Tao
la disprezzo per quello che ha fatto al Tibet e al dissenso interno, l’inferno
la ringrazio per lo yin e yang che unisce la tenerezza al big bang
non accetto il segreto di stato sulla pandemia, ossessione dell’ego
pura follia in contraddizione con l’universalità del Tao e della saggezza antica
dico al cinese e ad ogni paese, se vogliamo salvarci il segreto
è camminare sul ciglio al precipizio di andare in avanti tornando all’inizio

Alberto Sighele

ringrazio la Cina per Mao il secolo scorso, da sempre del Tao la disprezzo per quello che ha fatto al Tibet e al dissenso interno, l’inferno la ringrazio per lo yin e yang che unisce la tenerezza al big bang non accetto il segreto di stato sulla pandemia, ossessione dell’ego pura follia in contraddizione con l’universalità del Tao e della saggezza antica dico al cinese e ad ogni paese, se vogliamo salvarci il segreto è camminare sul ciglio al precipizio di andare in avanti tornando all’inizio
ringrazio la Cina per Mao il secolo scorso, da sempre del Tao la disprezzo per quello che ha fatto al Tibet e al dissenso interno, l’inferno la ringrazio per lo yin e yang che unisce la tenerezza al big bang non accetto il segreto di stato sulla pandemia, ossessione dell’ego pura follia in contraddizione con l’universalità del Tao e della saggezza antica dico al cinese e ad ogni paese, se vogliamo salvarci il segreto è camminare sul ciglio al precipizio di andare in avanti tornando all’inizio