Paolo e Francesca di Giacomo Paternò

 

 

A Paolo e Francesca

(I)
Dobbiamo avere il coraggio
di collocare tra i santi
Paolo e Francesca.
Ma credere alla catarsi
dei sentimenti
è pura ingenuità: l’Amore è tentazione radicale
nella vita dell’anima,
autentica perdizione di sé
e dannazione eterna.
Lo spettro di Thanatos
è la faccia abituale
che si scorge allo specchio
di chi è pronto a bruciarsi,
e dimenarsi tra i venti
del Cielo degli Amanti.

(II)
E infatti avevi ragione, quel
giorno che mi chiedesti
numi sui dogmi. Mi rinchiusi
dietro alle forme, col terrore
d’uscire. La tua matita si svegliò
sotto una pioggia maledetta, ove
regola e qualità mai non l’è nova;
la mia invece poggiò ipocrita
su di un foglio, per ciarlare
d’un divorzio geometrico,
sul caso e le intenzioni
con fare processuale. M’interrogavi
su cosa vale di più fra il cuore
ed un contratto, e cosa c’entra Dio
in tutto questo.
Presto saresti partita alla ricerca-
-se non alla caccia- di Cerbero e Ciacco,
ed il mio cuore era fiacco, perché sprovvisto
di frecce nel sacco. Io da lontano
vidi qualcosa, ma tu dichiarasti
la tua ignoranza, su rette parallele
e quant’altro. Ti sfugge quindi
il punto all’infinito dove s’incontrano,
per sempre.

 

(III)

Trascinati dal vento, come sabbia dal mare
come due naviganti, che non voglion morire

come due foglie, sopra le nubi
o due falene, in volo di notte

siamo sbattuti come rami d’autunno,
siamo due pugili
in piedi dopo tanti pugni

siamo dei matti, finiti in gabbia
siamo due macchine in mezzo alla nebbia.
Ma non ci perdiamo,
la nostra luce è più forte
la nostra luce è più chiara
di ogni cattiva sorte

e il nostro amore rimane più caldo
di tutto l’Inferno che ci gira attorno
l’unica colpa che io mi ricordo
è la felicità
che in vita ci ha consumato,
circondati dall’invidia di tanti piccoli diavoli
che ci rendevano soli
al centro dell’universo.

E adesso siam persi
tra le nostre fiamme infinte
senza la presunzione di angeli
portatori di luce, di luce altrui.

(IV)
Forse credevi che Minosse
fosse un giudice più arguto
dell’Etterno Fattore?
Pensavi che la distanza tra due punti
si potesse poi colmare
con l’assenza di un mio bacio?
Beh, hai fatto un bell’errore.
Ed anch’io, che per i miei sogni brucio;
sembra questa esser la mia sorte.
Amor, che tutto ha amato, amor non trova;
ma di te prese un piacer sì forte
che, come vedi, ancor l’anima mia cova.

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Poeta, artista di Pittura Fonetica, attore regista della Compagnia Fonetica. Sostiene l'Europa unita fino agli Urali e in un mediterraneo di Ulisse, non fossa comune.