si squarciail velo del Tempio

Si squarcia il Velo del Tempio
si ferma il respiro del mondo
che ritorna al cielo
ma che si fa più nero, che si turba
per il crimine immondo
commesso quaggiù.

Alle tre si uccide un Giusto,
alle quattro lo giustifichiamo
alle cinque ce ne dimentichiamo
alle sei ci accorgiamo invece
che la pena di morte
è più viva che mai.

Alla sera pensiamo al diritto
ma chiediamo perdono, perché sappiamo
quanto sia imminente,
notturno e rapace
il nostro giudizio.
Adesso aspettiamo
che arrivi quell’alba
in cui le donne incontrano l’angelo
che annuncia
ma senza squillo di tromba, perché la nostra sorte
sembra una specie di tunica
su cui un centurione
ha gettato la sorte.

E alla Croce, là sotto
chi pensi che io sia
con queste rime sconnesse?
Anche a Roma scriviamo poesia.
Ma il suo impero
di rabbia e paura
si estenderà ancora
oltre i secoli bui; e l’idea
che per fare giustizia
bisogna uccidere un uomo
arriverà sino a voi.

 

Giacomo Paternò

venerdì santo 2013.

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Poeta, artista di Pittura Fonetica, attore regista della Compagnia Fonetica. Sostiene l'Europa unita fino agli Urali e in un mediterraneo di Ulisse, non fossa comune.